Un libro ti può cambiare la vita... su questo non ho il minimo dubbio...
Mi piacerebbe tanto che il libro che mi ha aperto gli occhi fosse qualcosa di aulico, particolarmente intelligente, magari spirituale, non so, del tipo "La forza di amare" di Martin Luther King, ma non è così...
Con tutto il rispetto per l'autore, non è affato un libro del genere... Sto parlando di "E' una vita che ti aspetto" di Fabio Volo.
Arrivo da un mese tremendo tra esami rimandati, esami saltati, esami andati di merda, organizzazione ferie, libri particolarmente impegnati sul teatro, sulla musica di Mozart, ed ho sentito la necessità di un libro leggero, senza troppe pretese, magari anche divertente...
Quindi, dopo essermi dedicata a Lesley Lokko (una delle mie scrittrici preferite), con "Cioccolato Amaro", decido di leggere Fabio Volo...
E mi coglie di sorpresa il sentimento che provo sin dalle prime pagine...
E' il MIO libro, rispecchia la mia vita, o meglio, i miei pensieri, le mie ansie e le mie paure...
Allora decido di non leggerlo in fretta e furia persa dalla brama di finire come faccio di solito... No, decido di leggerlo piano, con calma, assaporando ogni singola parola, riflettendo su ogni piccola riflessione... (per questo non l'ho ancora finito dopo 3 giorni di lettura...)
Il protagonista, Francesco, è come me... Ha paura di vivere...
E' difficile da dire, ma anche io ho una tremenda paura...
E anche lui, come me, crede di aver paura della morte, ed invece teme il suo opposto, la vita...
Vi spiego...
Ad un certo punto dice: "vivevo una vita che si potrebbe, senza farsi troppe pippe mentali, definire normale. (...) per normale intendo senza grandi traumi o shok. Normale."
Bè, fin qui tutto ok, anche io ho avuto, fino ad ora, cioè per 22 anni, una vita così... senza grandi traumi... Una vita agiata, una bella casa, una famiglia felice che va (abbastanza) d'accordo, sempre circondata da amiche (alcune sono con me dall'asilo) (no forse non alcune, solo una direi, Annachiara), ho sempre avuto a fianco una persona che mi amasse e, tranne qualche rara eccezione, non ho mai sofferto per amore (cioè, ho sofferto, certo, ma non da struggersi come a volte capita)... Tutto normale, certo...
Proseguimo...
"Nonostante tutte queste cose, però, non ero felice. Soprattutto non ero una persona libera. Addirittura certe notti mi capitava di svegliarmi agitato e di non riuscire più a riaddormentarmi. Avevo paura. Avevo paura e non sapevo di cosa. Semplicemente provavo una sensazione di paura senza conoscerne il motivo. Mi sentivo angosciato, pieno di ansie e mi ritrovavo sveglio. Sveglio come se avessi dormito diverse ore.
Desideravo soltanto un po' di quiete. Non chiedevo molto. Volevo solo stare bene.
A volte mi succedeva anche durante la giornata, mentre ero seduto alla scrivania, o magari quando ero solo in macchina. Guidavo e mi veniva come da piangere, mi assaliva questa sensazione e non capivo cosa era.
Non sapevo come gestirla, non avevo maniglie, non potevo afferrarla, controllarla, non c'era via d'uscita. Sentivo un peso sul torace e volevo uscire da me stesso, strapparmi la pelle di dosso, scappare. Qualcosa dentro di me era in disordine.
Quando cercavo di capire, quando cercavo una spiegazione logica, non trovavo risposta.
Razionalmente andava tutto bene."
Ok, io non sono mai arrivata ai livelli dello svegliarmi la notte angosciata (quando dormo è quasi impossibile svegliarmi), ma mi sono resa conto che spesso, in passato, faticavo ad addormentarmi... Cercavo qualsiasi scusa per non dormire... Un film (spesso a tarda notte orrendo), un telefilm (non come adesso Squadra emergenza che adoro) qualsiasi, un libro (uno tra tanti, non scelto con cura come faccio di solito), la camera da mettere in ordine, il computer da sistemare... Ogni scusa per non andare a letto... Per non vivere quei minuti di dormiveglia in cui il cervello va per conto suo, senza controllo, e strappa dal tuo subconscio ciò che non vuoi affrontare, le tue paure, i tuoi timori, le tue angoscie... Dormire, o meglio, la fase del dormiveglia, era un incubo... Avevo paura... e non mi rendevo conto di cosa... Forse di scoprire che la mia vita non andava come avrei voluto... Forse paura di dover cambiare tutto... Ero infelice e non ne conoscevo il motivo...
"Andava tutto bene. Eppure.
Forse avevo paura di perdere tutto. Tutto quello che andava bene. Boh!"
Ecco, ora razionalmente, capisco che anche per me è stato così... Fino a non tanto tempo fa, forse fino a... Bo, non ricordo da quando la mia vita è iniziata ad andare meglio... Non so a quando far risalire la scomparsa di queste mie ansie... Forse un anno fa, forse 6 mesi fa... Non so nemmeno io da quando ho iniziato a stare davvero meglio... Con gli altri, con me stessa... Ma per fortuna è successo... La mia angoscia, le mie paranoie, i miei terrori se ne sono andati... Volatilizzati...
Non che non abbia più crisi di pianto improvvise, ma di solito le sfogo su un film particolarmente commovente (l'80% di quelli che vedo lo è), o su un servizio televisivo su bambini o animali abbandonati, o su un libro straziante, raramente a causa di una canzone (ma capita ogni tanto)...
E la paura di perdere tutto ciò che ho c'è ancora... Sempre... Ma ho imparato a controllarla... a gestirla...
Ed ora va davvero molto meglio...
Credo di non averne mai parlato con nessuno, ma, quantomeno, ne sono sempre stata consapevole... e' un passo avanti, no? in genere chi ha dei problemi nega, io l'ho sempre pensato di aver paura di vivere... e non mi sbagliavo...
"E' passata. Adesso sto bene. Finalmente.
Queste sensazioni di paura mi venivano anche di giorno, ma la notte... la notte mi schiacciavano la faccia contro il muro, e mi sembrava di essere preso in ostaggio. Speravo solo che la luce del mattino arrivasse a pagare il riscatto per liberarmi. Stavo male. (...)
Avevo paura di morire.
Spesso mi capitava che, cercando un motivo per giustificare quella paura, in realtà iniziavo a pensare e così da solo mi creavo nuovi fantasmi che non facevano che peggiorare il mio stato d'ansia. Entravo in un gioco malato in cui immaginavo, per esempio, il resto della mia vita senza mio padre o mia madre.
"Come farò senza di loro?" mi chiedevo.
E sentivo l'esigenza di chiamarli subito per dirgli che li amavo, e che, se anche non glielo avevo mai detto, io li amavo, li amavo da morire."
Anche io mi comporto così, ogni sera, e non mi vergogno a dirlo...
Ogni volta che vado in bagno (milioni di volte a sera) vado in camera dei miei e do loro il bacio della buona notte... Anche 6/7 volte a notte... Lo faccio solo per vedere se sono ancora vivi... Una volta l'ho detto a mia mamma... si è messa a ridere... Ma ho capito che in realtà capisce la mia angoscia... Ci convive da quasi 36 anni, da quando è nato Cico... poi Damiano... ed infine Io... Paura di perdere i suoi figli, come o ce l'ho di perdere i miei genitori...
"Il cuore mi si gonfiava e facevo fatica a respirare. Soffocavo. Pensavo che un giorno, rispondendo al telefono, non avrei più potuto scaprire che erano loro a chiamarmi. Non sarebbe più comparso sul display "CASA".
Non avrei più sentito la voce di mia madre. E quella voce già mi mancava, quel suono così delicato, quasi da bambina, così familiare, così buono, così infinitamente primavera."
Cavolo, pere io ho questo terrore, ma non riesco a farmelo passare... Ho paura di non riuscire a vivere senza di loro, senza la mia famiglia... Ma pian piano questo terrore va in sordina, si è leggermente attenuato... Ma sono certa che non passerà mai del tutto...
A volte, quando Dami viveva ancora da noi, rimanevo sveglia fino alle 3, le 4, le 5... fino a che non sentivo le chiavi girare nella serratura e il suo passo felpato sulle scale... Allora mi addormentavo... Abbastanza tranquilla...
C'è una canzone bellissima di Elisa, si intitola Dancing... L'ho ascoltata solo una volta, forse due...
Poi non ce l'ho più fatta... Non conosco il motivo, ma so che mi lascia la sensazione di morte, non mia, ma dei mie cari... Non lo so, mi sembra la giusta colonna sonora per quando qualcuno verrà a mancare... Per quello non riesco a sentirla, non ce la faccio...
"Volare in aereo era terrificante."
Cazzo, pure per me è così... L'ho preso una sola volta, per andare a Creta, e da lì... Basta, il terrore... Ma prometto che supererò questa paura...
Con la macchina è la stessa cosa... Non ho fatto la patente fino ai miei 22 anni per paura... Paura di me, della mia guida, di un incidente, paura degli altri...
Poi un giorno, andando a Orio, lo ricordo ancora, ho avuto un momento di lucidità ed ho detto a Fil "ho deciso, faccio la patente"... e così è stato, il lunedì mi sono iscritta... Forse li avevo già iniziato a stare bene... era più o meno dicembre... sì li decisamente stavo bene... per prendere una decisione del genere, senza spinte, senza prediche, senza storie da parte di nessuno...
Così, la mia mente ha partorito quell'idea e subito l'ho attuata... Evidentemente sì, ero già nella fase di benessere...
Stano però, la mia vità è cambiata, le angoscie se ne stanno piano piano andando, e non ricordo una data precisa... è un po' triste... non ho una data a cui far risalire la mia vita, la mia nuova vita, la mia vera vita...
" ho avuto perfino di morire (...)
<<>
Ti ricordi quando mi hai chiesto se avevo le pastiglie per la felicità? La pastiglia è la vita. Vivi, buttati, apriti, ascoltati. Le tue paure, le tue ansie sono dovute al fatto che tu esisti ma non vivi. Sei castrato nei sentmenti. Sei bloccato. Ti ricordi quella frase di Oscar Wilde? Diceva che vivere è la cosa più rara del mondo. La maggior parte della gente esiste, e nulla più. (...)
E' tutto molto semplice. Se vuoi essere felice, se vuoi essere libero, impara ad amare. Ad amare e a lasciarti amare.">>
Io ho la sicurezza, la convinzione forse stupida, forse assurda e forse errata, di saper amare... So amare gli altri, questo per me non è mai stato un problema... Ho sempre avuto una grande tendenza all'empatia verso gli altri... In amore (non solo amore per un ragazzo, ma verso la famiglia, verso gli amici) do tutta me stessa... su questo non ho dubbi...
Non ho paura di essere ferita... L'amore deve essere dato, incondizionatamente, anche se sempre ci sarà che ti deluderà, ti ferirà e del tuo amore non se ne farà niente...
Io non ho mai avuto paura dei sentimenti, questo almeno devo riconoscerlo...
Ma come sono propensa ai grandi affetti, sono facile anche ai grandi odi...
Mio papà non sopporta che io usi questa parola. <>, mi sembra di sentirlo...
Ed ha ragione... per anni ho odiato molta gente, anche per banalità... Non sopportavo quasi nessuno... Ero veramente insofferente... Lì evidentemente non stavo bene... Mi sembra chiaro...
Poi ho capito che nella vita ci sono molti modi di vivere, molte teste, molti modi di pensare, molti modi di comportarsi... e il più delle volte sono diametralemente opposti ai miei...
Ma non importa, ho imparato a conviverci, a sopportare... O quantomeno, ad accettarli... Non li condivida, ma ne ammetto l'esistenza, non li giudico... li critico, sì, nella mia testa o con le amiche, ma non giudico...
Sono schietta però, questo sì... non riesco a tacere un qualcosa alle persone a cui tengo veramente... Difetto o pregio non lo so...
Per una vita ho tentato di mostrare agli altri solo i miei pregi e mai i miei difetti... Ma dove sta il confine fra le due cose? Sono cinica, è vero, disillusa della vita, prendo sempre per vero il lato peggiore delle questioni... ma cosa sono questi? pregi o difetti?
Questo non lo so, ma so che io sono così... e se devo piacere, che io piaccia per quello che sono...
Ormai ho imparato che la vita è così... Poche sono le persone buone, pochi gli amici... e quando li trovi.. bè, se li trovi, devi tenerteli stretti...
Io non cambierei la mia vita ed i miei affetti per nulla al mondo... Non poteri mai vivere senza di loro...
Non sono una che esterna facilmente i propri sentimenti, non sono sdolcinata... ma dico grazie alle mie amiche, quelle vere, quelle che sono sempre al mio fianco, quelle che mi accettano e mi sopportano...
E dico gazie alla mia famiglia, per come mi ha cresciuto e per ciò che ha fatto per me... Non mi è mai mancato nulla... e non sarò mai grata loro per tutto ciò che hanno saputo darmi ed insegnarmi... Se sono una bella persona (il se è d'obbligo, perchè potrebbe essere contestato) lo devo a loro...
E ringrazio gli amori passati della mia vita, mi hanno tutti insegnato qualcosa...
E ringrazio il mio Fil... sempre paziente, al mio fianco, pronto ad accettare il bello e il brutto di me... è la persona migliore che io conosca... Sono proprio fortunata...
E a tutte queste persone prometto di imparare a vivere pienamente... Il processo è già iniziato, ma la strada è ancora lunga...
La patente l'ho presa, è un primo passo...
Non ho più vogli di vivere solo le situazioni sicure della vita, bisogna osare...
Ed è da un pò che lo sto facendo... Sto vivendo, e non c'è nulla di meglio...
Fra un pò arriverà anche l'aereo...
E Francesco ce la farà a Vivere? Chi lo sa, non ci sono ancora arrivata.... Ma presto lo saprò... e se davvero quel libro è il mio specchio sicuramente ce la farà... e prenderà l'aereo pure lui...
Ah, dimenticavo...
Non ho ancora spiegato il significato del titolo di questo blog... Si perchè c'è un significato... C'è sempre...
In una delle fasi nere delle mia vita tenevo un diario... che avevo chiamato "DIARIO DI UNA POTENZIALE ISTERICA CON TENDENZE PARANOICHE"...
Come questo... Ma lì non c'erano sottotitoli... E quella descitta ero io.. Paranoica ed isterica...
Qui invece, in questo blog, ho aggiunto altri aggettivi... "PIENA DI VITA E SOLARITA'"...
Ecco, questi due rispecchiano ciò che sono io adesso...
Ho deciso di farli convivere nel mio blog come convivono in me questi due aspetti... Perchè sono io, ero io... Nel bene e nel male...
Per ricordarmi di vivere, per ricordare di quella che ero... Per tenermi lontana da ciò che potrei tornare ad essere...
Sempre io, sì, ma la Elena di adesso è molto meglio...
Ne sono certa...
Pensiero del giorno:
LE DONNE SONO BELLE DA RESPIRARE